Museo delle Civiltà
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Guido Boggiani (1861-1901)
Nasce ad Omegna, Novara, il 25 settembre 1861 e muore nel Cacho Boreale nel 1901. Diplomatosi all'Accademia delle Belle Arti, si afferma come pittore. Alla fine del 1887 parte per l'Argentina, paese che lo attirava per la rigogliosa natura, si stabilisce nell'Alto Paraguay, dove diventa pioniere e piantatore. Darà vita a numerosi quadri illustranti la vita dei Chamacoco e dei Caduvei, procurandosi con scambi commerciali delle raccolte etnografiche delle due tribù. Torna in Italia, dopo sei anni, per il tempo necessario a pubblicare i suoi studi (il più importante è I Caduvei del 1895) e per illustrare i suoi viaggi in alcune conferenze alla Società Geografica Italiana di Roma e in altre sedi prestigiose. A Roma fa amicizia con Vittorio Bottego. Dopo questa parentesi torna di nuovo nell'America Meridionale per riprendere le sue occupazioni e le esplorazioni. Nel 1901 parte da Asuncion per dirigersi, verso l'interno per la foresta del Chaco boreale paraguayano, dove verrà ucciso in circostanze poco chiare.
[a cura di M. Mineo]
Vittorio Bottego (1860-1897)
Ufficiale del Regio Esercito italiano (Parma, 29 luglio 1860 - Daga Roba, Etiopia, 17 marzo 1897), si rese famoso con le sue esplorazioni nel Corno d'Africa.
In quegli anni una serie di esplorazioni intraprese dalle potenze coloniali in tutta l'Africa crea il mito dell'esploratore. Attratto giovanissimo da questa carriera, Bottego richiese il trasferimento nella costituenda Colonia Eritrea nel 1887 allo scopo di condurre spedizioni scientifico-geografiche.
Le prime spedizioni riguardarono la Dancalia (1891), territorio desertico che si affaccia sul Mar Rosso dove sbocca il grande Rift Africano, regione ancora oggi scarsamente conosciuta, allora quasi inaccessibile, che ospita alcuni rettili fra i più velenosi al mondo con un clima incredibilmente caldo e secco (temperatura media 55°C). Tornato ad Assab progettò ulteriori spedizioni nella regione del Giuba, fiume che nasce nell'attuale Etiopia e, attraversata la Somalia, sfocia nell'Oceano Indiano. Intanto aveva iniziato a raccogliere esemplari di animali, piante ed altri materiali scientifici e ad inviarli a Parma per quello che diventerà il Museo Eritreo Bottego, oggi incluso nel Museo di Storia Naturale di Parma. Nel 1892 raggiunse il Ganale Doria, (alto corso del Fiume Giuba) che risale fino alle sorgenti (marzo 1893). Bottego pubblicò un resoconto di queste esplorazioni nel libro Il Giuba Esplorato, in cui non risparmia critiche all'occupazione italiana di quelle sterili regioni, ma fornisce anche notevole materiale geografico e scientifico.
Dopo un breve ritorno in Italia, riparte per una spedizione per determinare una pianta del complesso corso del fiume Omo (che sarà poi durante la dominazione italiana ribattezzato Omo Bottego) col patrocinio della Società Geografica Italiana. Discende il fiume dal lago Pagadé al Lago Rodolfo (lago Turkana) risolvendo almeno il mistero della foce del fiume. Tenta di proseguire l'esplorazione in territorio etiopico, nella regione dei Galla ma è invece costretto ad un combattimento (causato anche dal suo carattere impetuoso) a Daga Roba, nel corso del quale viene ucciso il 17 marzo 1897.
[tratto da Wikipedia.org]
Giuseppe Candeo (1859-1899)
Viaggiatore italiano, nato a Noale (Venezia) nel 1859, ivi morto il 15 maggio 1899. Nel 1891 fu con Baudi di Vesme nel suo viaggio di esplorazione nella Somalia centrale e a lui si deve la conoscenza dell'Ogaden e la compilazione della grande carta della stessa regione. Giunto ad Harar, il 22 maggio venne imprigionato per ordine del Ras Maconnen e il giorno dopo Baudi di Vesme seguì la stessa sorte. Venne liberato poco dopo, ma dovette abbandonare la Somalia.
Gaetano Chierici (1819-1886)
Frequenta prima la scuola delle belle arti e poi il liceo classico presso il Collegio Dei Gesuiti a Reggio Emilia.
Nel 1838, interrompe gli studi ed entra in seminario dove riceve gli ordini nel 1842.
Nel 1844 la possibilità di viaggiare a Roma e nel sud dell'Italia stimola la sua passione per archeologia.
Nel 1847 ottiene la cattedra di Ermeneutica e Fisica Sacra nel Seminario di Reggio, impostando l'intero corso sull'archeologia biblica, dal quale trae due trattati uno sull'architettura e uno sulla geologia.
Negli anni delle due guerre d'indipendenza 1848-1860 si distingue come sostenitore della causa dell'unità nazionale fino ad aderire ad una società di giovani studenti di cui riscrive le regole in chiave più restrittiva.
Questa sua adesione alla causa, i molti avvenimenti e capovolgimenti di fronte, lo mettono in gravi difficoltà dalla quali uscirà solo alla fine della seconda guerra d'indipendenza.
Sono innumerevoli i lavori svolti in quegli anni di forti tensioni indipendentiste, ma è l'istituzione della Deputazione di Storia Patria, nel 1860, che gli permette di dare il via ad un programma di scavo archeologico nel sito dell'antica Luceria.
In occasione dello scavo entra in contatto con il giovane Luigi Pigorini.
Nel 1862 lo troviamo a scavare all'interno della Cattedrale di Reggio, a Codisotto e a costituire il Gabinetto di Antichità Patrie a Reggio Emilia.
L'anno seguente edita gli scavi di Brescello.
In quell'occasione Pigorini lo invita a indirizzare le sue ricerche alle terremare.
Chierici accetta volentieri l'invito e viene incaricato di avviare indagini sistematiche nelle terramare del reggiano, iniziano così gli scavi di Servirola presso San Polo d'Enza, della Terramara di Torretta, di Brescello, di Montata, tana della Mussina, Monte Venera, Roteglia.
Nel 1875 con Luigi Pigorini e Pellegrino Strobel fonda il Bullettino di Paletnologia Italiana.
Nel 1876 è nominato Ispettore degli scavi e Monumenti per la Provincia di Reggio Emilia.
La lettura dei "I Criteri della Paletnologia" alla presenza dei soci del C.A.I. il 9 febbraio 1877 e un articolo pubblicato sul B.P.I del 1877 sono l'occasione per affermare i propri insegnamenti e il tentativo di consolidare una scuola di pensiero che consisteva nel dimostrare che il succedersi delle tre epoche preistoriche (della pietra, del bronzo, del ferro) rispecchiasse la legge naturale del progresso umano. Dopo quest'anno la sua produzione scientifica comincia a scemare e a diventare più sintetica. Il 1881 lo vede confrontare i corredi d Fumarola con quelli di Cantalupo e Sgurgola, l'ossevazione lo conduce all'individuazione di una fase intermedia tra Neolitico ed età del Bronzo che lo scavo di Remedello gli conferma e a cui da il nome di Eneolitico.
[a cura di M. Mineo]
Charles Robert Darwin (1809-1882)
Nasce il 12 febbraio 1809 a Shrewsbury e muore a Down (Kent) il 12 aprile 1882.
Studia medicina all'Università di Edimburgo nel 1825, nel 1827 abbandona l'università per la carriera ecclesiastica entrando al Christ's College di Cambridge. Ma non fu la carriera di pastore evangelico quello che lo attendeva. Un entusiastico amore per la natura insieme a un metodico spirito scientifico di osservazione lo portano ad interessarsi alle scienze naturali, leggendo molti libri, raccogliendo insetti, osservando uccelli e animali marini, frequentando ambienti scientifici.
Nel 1831, su consiglio del botanico Henslow, si avvia allo studio della geologia ed accompagna una esplorazione geologica nel Nord del Galles.
Sempre con l'aiuto del Henslow potè imbarcarsi sul Beagle e compiere quel celebre viaggio che decise il suo avvenire.
Il brick Beagle aveva ricevuto l'incarico dall'ammiragliato inglese di compiere una missione di studio sulle coste della Patagonia e della Terra del Fuoco, il rilevamento delle coste del Chile, del Perù e di alcune isole del Pacifico, nonché delle osservazioni cronometriche intorno al mondo. Il comandante, Fitz-Roy, desiderava avere a bordo un naturalistica che, su sollecito di Henslow, fu Darwin.
Il 27 dicembre 1831 il Beagle lascia il porto di Devonport e incomincia il suo lungo viaggio che terminò il 5 ottobre 1836 a Falmouth.
Darwin riportò interessanti raccolte e un voluminoso diario, ricco di osservazioni zoologiche e geologiche.
Trasferitosi a Londra nel 1837, incominciò il lavoro sulla questione dell'origine delle scpecie: alcune osservazioni durante il viaggio del Beagle l'avevano indotto a credere che le specie animali andavano lentamente modificandosi nel tempo.
Nel 1839 pubblica la relazione ufficiale del Beagle con il titolo Viaggio di un naturalista intorno al mondo.
Ormai trasferitosi a Down nel Kent (1846) per motivi di salute, dopo altre pubblicazioni scientifiche, inizia nel 1856 l'opera sull'origine delle specie, dandola alle stampe nel 1859.
Continuerà a pubblicare fino al penultimo anno della sua vita.
Romolo Gessi (1831-1881)
Gessi Pacha nacque nel 1831 a bordo di una nave diretta a Costantinopoli, da padre patriota romagnolo, esule a Londra per motivi politici e poi diplomatico inglese a Costantinopoli ed in altre regioni balcaniche, e da madre armena.
Dopo aver studiato presso le scuole militari austriache, partecipò come interprete dell'esercito inglese alla guerra di Crimea (1855-56) e si arruolò poi con Garibaldi tra i Cacciatori delle Alpi (1859). Nel 1873, su invito del colonnello inglese Charles Gordon (Gordon Pacha), conosciuto durante la guerra di Crimea e nominato dalle autorità egiziane governatore del Sudan, si recò in Egitto dove partecipò al programma del governo egiziano per l'abolizione del commercio degli schiavi, il riordimanento amministrativo e l'esplorazione geografica del Sudan.
Nel 1876, risalendo il Nilo Bianco da Gondokoro, compì con Carlo Piaggia la prima circumnavigazione del Lago Alberto, impresa che, insieme all'opera contro la schiavitù, gli valse la fama europea.
Nel 1878, con Pellegrino Matteucci risale il Nilo Azzurro fino a Famaca, tentando di raggiungere la spedizione della Società Geografica Italiana in Abissinia.
Dal 1878 al 1881, è con Gordon sul Bahr-el-Ghazal per reprimere la tratta degli schiavi. Avendo catturato e ucciso il capo dei negrieri, Suleiman, fu insignito dal governo egiziano del titolo di Pacha.
Dopo la morte, sopravvenuta a Suez nel 1881 durante il viaggio di ritorno in Italia, tutte le sue raccolte etnografiche furono vendute al Museo Pigorini.
Dieci anni dopo venivano pubblicate le sue memorie, Sette anni nel Sudan Egiziano.
[tratto da Cardelli A., "Africa. Guida alle sale espositive", 1994, p. 16]
Enrico Hillyer Giglioli (1845-1909)
Nasce a Londra il 13 giugno 1845, primo dei cinque figli di Giuseppe Giglioli, medico e antropologo seguace di Mazzini ed esule dall'Italia per motivi politici, e di Elena Hillyer di Blakheath, Londra.
Tornato in Italia con la famiglia nel 1848, frequenta il Collegio Nazionale e poi l'Istituto Tecnico di Pavia; a sedici anni vince una borsa di studio che lo porta a frequentare, dal 1861 al 1863, la Royal School of Mines a Londra, dove conosce Charles Darwin e studi scienze naturali con Lyell, Owen, Huxley.
Torna in Italia e nel 1864 si laurea in Scienze Naturali all'Università di Pisa (dove il padre ha la cattedra di Antropologia), frequenta Filippo De Filippi, direttore del Museo Zoologico di Torino e primo sostenitore in Italia delle teoria darwiniane sull'evoluzione.
Grazia all'interessamente del De Filippi è indicato come candidato ideale per un progetto di viaggio di circumnavigazione del mondo. Progetto che, dopo alcune vicende familiari che sembravano far sfumare il viaggio, prende corpo e nell'ottobre del 1865 Giglioli parte con De Filippi per il viaggio della "Magenta", tornando in Italia nel 1868.
Nel 1865, il presidente del Consiglio La Marmora e il Ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio Luigi Torelli deliberarono di inviare in Oriente la pirocorvetta "Magenta", in missione diplomatica per stringere relazioni di amicizia e di commercio con il Giappone e la Cina. Comandante è Vittorio F. Arminijon, designato plenipotenziario dal re Vittorio Emanuele II. L'8 novembre 1865, daNapoli, l'equipaggio si imbarcò sulla fregata "Regina" per raggiungere al Rio de la Plata, Montevideo, la "Magenta". Il 2 febbario 1866 salpa per i mari del Giappone e nel luglio è a Yokohama. Il 25 agosto 1866 viene firmato il primo accordo di amicizia e commercio tra l'Italia e il Giappone. La tappa successiva è la Cina dove la "Magenta" raggiunge la foce dello Yang Tse Kiang e il 26 ottobre il comandante conclude i primi trattati italo-cinesi.
Ai primi di novembre la pirocorvetta riprende il mare sulla via del sud. Ad Hong-Kong muore il De Filippi (1867) per una grave forma di dissenteria. Passando per Giava, l'Australia, attraversa il Pacifico verso il Perù, scende per la Terra del Fuoco e attraversa l'Atlantico fino a Gibilterra. Il 28 marzo 1868 ormeggia nel porto di Napoli.
Al suo ritorno Giglioli ricopre importanti incarichi universitari e scientifici, presiede commissioni governative, aggiungendo ai molti interessi scientifici anche quello per gli studi antropologici. Accresce la sua raccolta privata di materiale etnografico grazie alle relazioni nazionali e internazionali di cui dispone.
Alla sua morte, avvenuta il 16 dicembre 1909 a Firenze, secondo il suo desiderio l'intera collezione etnografica entra a far parte del Museo Nazionale di Preistoria e di Etnografia di Roma, diretto dal L. Pigorini.
Athanasius Kircher (1602-1680)
Nasce a Geisa, presso Fulda in Germania, il 12 maggio 1602, entrò nella Compagnia di Gesù nel 1618. Insegna matematica e filosofia a Würzburg, e per eventi bellici è costretto a rifugiarsi in Francia, ad Avignone e poi a Vienna, dove, nel 1635, venne chiamato a Roma alla cattedra di matematica nel Collegio Romano, su incarico del cardinale Francesco Barberini, nipote di Urbano VIII. Incline a ogni genere di indagini, fu uno scrittore prolifico di fama europea, fu autore di molte opere dedicate a vari campi del sapere, dalla filologia alla fisica, alla liturgia sacra, all'astronomia, alla storia naturale, alla matematica, alla musica, all'egittologia, alla geografia e alla civiltà cinese. Fu, inoltre, un solerte raccoglitore di antichità, di "meraviglie" classiche, cristiane, orientali e dell'America meridionale. Da questa grande raccolta prende forma il museo a lui dedicato e successivamente una base per il Museo di Preistoria e di Etnografia di Luigi Pigorini.
Muore a Roma il 28 novembre 1680.
Rodolfo Lanciani (1847-1929)
Nasce a Montecelio (Roma) nel 1847.
Studia al Collegio Romano e si laurea all'Università di Roma in Ingegneria.
I suoi interessi per l'archeologia si cominciano a manifestare nel 1886, anno in cui partecipa agli scavi di Ostia antica diretti da Carlo Ludovico Visconti. Nel 1867 s'incarica di effettuare il rilievo del Porto di Traiano durante gli scavi effettuati dal principe Torlonia.
La pubblicazione dei risultati ottenuti durante gli scavi di Porto, avvenuta nel 1868, segna l'inizio del suo interesse per la topografia di Roma antica che darà origine ad una serie di pubblicazioni negli anni successivi.
Nel 1876 diventa socio dell'Accademia dei Lincei e vicedirettore del museo Kirkeriano.
Nel 1882 assume il ruolo di professore di Topografia Romana all'Università di Roma.
Tra il 1893 e il 1912 pubblica due delle sue opere fondamentali "Forma Urbis Romae" (1893-1901), monumentale carta archeologica di Roma antica costituita da 46 fogli in scala 1:1000, e la "Storia degli scavi di Roma", fondamentale notiziario sui rinvenimenti di antichità avvenuti a Roma dal medio evo alla morte di Clemente VIII (1605).
Nel 1910 viene chiamato alla Commissione Reale per la sistemazione della Passeggiata Archeologica ed effettua gli scavi dei sotterranei delle Terme di Caracalla, mettendo in luce il Mitreo.
Produce una grande quantità di articoli di divulgazione archeologica in Italia e all'estero.
Lascerà alla sua morte, avvenuta nel 1929 a Roma, una gran quantità di documenti cartografici e appunti manoscritti conservati presso la Biblioteca Apostolica Vaticana e l'Istituto di Archeologia e Storia dell'Arte di Roma, a tutt'oggi in parte inediti.
[a cura di M. Mineo]
Edmund Leach (1910-1989)
Antropologo britannico, allievo di Malinowski alla London School of Economics. Una delle figure più originali dell'antropologia sociale intorno alla metà del secolo, diede un contributo fecondo al dibattito teorico, prendendo le distanze dal paradigma dominante, il funzionalismo. Già la sua breve ricerca tra i Kurdi dell'Iraq (1940) lo mise a confronto con una realtà sociopolitica complessa e diversificata e lo spinse a porre in discussione in particolare la teoria funzionalista dell'equilibrio. La società kurda (...) fu l'occasione per riconoscere l'equilibrio come finzione metodologica: un concetto elaborato dall'antropologia per descrivere la realtà "come se" fosse stabile e oprdinata. Questi temi vennero confermati dal suo lavoro più noto sui Kachin della Birmania (1954) (...) La causa dell'instabilità sociale e il motore del processo di cambiamento sono gli interessi conflittuali e le scelte contingenti degli attori sociali, i quali in cerca di potere interpretano cariamente le norme. (...) Leach insistette sulla divergenza tra regole ideali e comportamenti reali, proponendo di concettualizzare la struttura sociale come il prodotto cumulativo di molte azioni individuali, la media dei comportamenti, che chiamò anche modello statistico. La trasformazione ciclica del sistema sociale kachin costituì la base della critica della nozione di tribù come sistema chiuso. Il suo pensiero fu a un certo punto influenzato dallo strutturalismo di Lévi-Strauss, al quale ha dedicato un libro (1970). Tuttavia, la sua idea delle regolarità sociali come risultato statistico delle strategie individuali poco si accordava con la tesi levistraussiana delle regole strutturali come prodotto dello spirito umano. (...)
[Fonte: Dizionario di antropologia, a cura di U. Fabietti e F. Remotti, 1997]
Giovanni Miani (1810-1872)
Nasce a Rovigo nel 1810, muore nello Zaire nel 1872.
Ebbe una vita varia e tumultuosa. Dopo un esordio come musicista, combattè sulle barricate di Roma e Venezia finché fu costretto, nel 1849, a intraprendere la via dell'esilio politico: Atene, Smirne, Egitto, guadagnandosi da vivere via via come baritono, come tecnico agricolo, come pedagogo, studioso di egittologia e di storia biblica. Appassionatosi al problema della ricerca delle sorgenti del Nilo, nel 1859-60 risalì il Nilo Bianco partendo da Khartoum, e arrivando fino a Galuffi, nell'attuale Uganda, senza sapere di essere a soli 60 km dalle sorgenti del Nilo.
Al ritorno compilò una "Nouvelle carte du bassin du Nil" che presentò alla Società Geografica Francese con un progetto per la ricerca delle sorgenti del Nilo.
Nel 1871 partì da Khartoum per il suo secondo e ultimo viaggio, attraverso il Bahr-el-Ghazal e il territorio degli Adio-Azande giungendo, secondo europeo, alla corte del re mangbetu Mbunza (il primo europeo alla corte di Mbunza era stato, un anno prima, il botanico tedesco Georg Schweinfurth). Dopo la morte, avvenuta nel 1872 a Nangazizi capitale del regno di Mbunza, le sue cose, comprese le collezioni, furono spedite alla Società Geografica Italiana; tra i "reperti esotici" furono inclusi anche due giovani pigmeti Akka, due bambini - noti nella letteratura antropologica come "gli Akka del Miani" - che in Italia sopravvissero soltanto fino all'adolescenza.
Oltre che presso il Museo "L. Pigorini", le raccolte di Giovanni Miani sono oggi conservate al Museo Civico di Storia Naturale di Venezia, al Musée d'Histoire Naturelle a Parigi, al Museum fur Volkerkunde di Vienna, alla Società Geografica Italiana a Roma.
[tratto da Cardelli A., "Africa. Guida alle sale espositive", 1994, p. 16]
Luigi Pigorini (1842-1925)
Nasce a Fontanellato, in provincia di Parma, nei pressi di San Donnino, il 10 gennaio 1842. All'età di sedici anni, nel 1858, è nominato "alunno" presso il R. Museo d'Antichità di Parma. Gli incontri con Pellegrino Strobel, professore di Scienze Naturali all'Università di Parma, con Gaetano Chierici, direttore del Gabinetto di Antichità Patrie di Reggio Emilia, segnano gli inizi delle ricerche sul territorio parmense e sui vari insediamenti terramaricoli. Nel 1863 iniziano i viaggi in Svizzera, Toscana, Roma e Napoli; tiene corsi a Parma dove ricorre ai materiali etnografici per spiegare gli usi e le funzioni di strumenti preistorici.
Pochi anni dopo la laurea in Scienze Politiche e Amministrative viene nominato direttore del Museo di Antichità di Parma. Nel 1875 fonda con Chierici e Strobel il Bullettino di Paletnologia Italiana e, nello stesso anno, entra nella Direzione Generale dei Musei e degli Scavi d'Antichità del Regno a Roma, dove propone al Ministro della Pubblica Istruzione, R. Bonghi, la fondazione del Museo Preistorico Etnografico di Roma, che viene inaugurato nel 1876.
Incarichi, scavi e pubblicazioni si succedono nel tempo, fino alla nomina di senatore nel 1912 e vicepresidente del Senato nel 1919, incarico che mantenne fino alla morte avvenuta a Padova, presso la casa del figlio, dove si era ritirato per infermità, il 1 aprile 1925.
[a cura di G. Calandra, estratto da Fugazzola Delpino M.A., Pellegrini E., "...Le terremare si scavano per concimare i prati...", 1994, p. 95 ss.]
Concezio Rosa (1824-1876)
Paletnologo, nacque a Castelli (Teramo) il 10 aprile 1824 e morì a Corropoli, dove nel 1859 si era trasferito dopo la nomina a medico condotto, il 30 marzo 1876. Studiò a Teramo, a Penne e a Chieti; successivamente, si trasferì a Napoli, per seguire nella locale Università gli studi di medicina.
Conseguita nel 1847 la laurea, ritornò a Castelli, dove iniziò ad esercitare la professione di medico senza tuttavia trascurare le ricerche sia di carattere medico, sia di carattere archeologico e storico.
Le sue prime ricerche archeologiche ebbero luogo con la raccolta di oggetti di maiolica fabbricati a Castelli. In Val Vibrata, trovò le condizioni propizie per estendere le sue ricerche all'intera vallata. In seguito a scavi sistematici, raccolse, nella Val Vibrata, 5.163 oggetti riferibili all'età della pietra. Per primo, in Italia, scoprì nell'area di Corropoli resti di fondi di capanne circolari formanti dieci villaggi del periodo neolitico e uno dell'età del Bronzo.
Pubblicò importanti monografie tra le quali :
Notizie storiche delle maioliche di Castelli e dei pittori che le illustrarono; Due necropoli della prima epoca del ferro scoperte nel piceno; Della Istituzione di un museo Provinciale di antichità in Teramo; Le ricerche di archeologia preistorica della Valle della Vibrata nell'Abruzzo teramano del Dott. Concezio Rosa; L'età della Pietra.
Nel 1872 venne nominato ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia.
Gli ultimi anni della sua vita furono dedicati ad una intensa attività di divulgazione scientifica. Prima di morire avviò con il Ministero della Pubblica Istruzione la pratica per assicurare integralmente la collezione di migliaia di reperti rinvenuti in Val Vibrata al Museo Preistorico Nazionale di Roma di Luigi Pigorini, pratica che fu portata a termine positivamente dalla moglie dopo la sua scomparsa.
Eugenio Ruspoli (1866-1893)
Dei principi di Poggio Suasa, nasce a Tiganesti in Romania il 6 gennaio 1866 e muore presso Burgi il 4 dicembre 1893). Avendo grande passione per l'esplorazione dell'Africa Orientale, nel 1891 parte da Berbera con l'obiettivo di attraversare l'Ogaden, raggiungere i laghi Stefania e Rodolfo e tornare per la via del Giuba, ma incontrate le forti resistenze degli indigeni sarà costretto a desistere. Nel 1892 ritenta e riconosce la confluenza del Giuba col Ganana. Penetra fra i Borana e visita il paese degli Amara Burgi, dove verrà ucciso da un elefante che stava cacciando. Soltanto nel 1929 il nipote Marescotti Ruspoli porterà i suoi resti mortali a Roma. Le sue memorie di viaggio sono: Nel Paese della Mirra del 1892 e Africa inesplorata in due distinti opuscoli con lo stesso titolo del 1893.
[a cura di M. Mineo]
Pellegrino Strobel (1821-1895)
Nasce a Milano il 22 agosto 1821, frequenta il ginnasio a Merano, dove si consolida la sua passione per le scienze naturali per le quali ebbe come guida sia lo zio Leonard Liebener, noto naturalista, sia l'esploratore Alexander von Humboldt.
Frequenta l'università ad Innsbruck dove si laurea in Giurisprudenza, e successivamente a Pavia laureandosi in Scienze Naturali.
Le sue pubblicazioni cominciano con una serie di articoli di malacologia: "Delle Conchiglie nei dintorni di Innsbruck" (1843-44), "Notizie Malacostatiche sul Trentino" (1851), "Beitrag zu Mollusken Fauna von Tyrol" .
A soli 33 anni è membro delle maggiori società di naturalisti di quel periodo.
Nel 1857 ricopre il ruolo di professore di Scienze Naturali alle Scuole Facoltative di Piacenza, l'anno seguente (1858) lo troviamo tra i fondatori della Società Italiana di Scienze Naturali di Milano, infine nel 1859 gli viene assegnata la cattedra di Scienze Naturali all'Università di Parma.
Alla fine del 1864 lascia l'Università di Parma per raggiungere in Argentina Paolo Mantegazza, con il quale contribuisce a fondare la Facoltà di Scienze Naturali. Negli anni che seguono partecipa a spedizioni in Patagonia e nella Terra del Fuoco utilizzando ampiamente una nuova risorsa tecnica per la scienza "la fotografia".
Nel 1868 ritorna in Europa per la morte del padre e si stabilisce a Parma dove gli viene assegnata la cattedra di Geologia. Il 1875 lo vede fondare insieme a Gaetano Chierici e Luigi Pigorini, suo allievo, il Bullettino di Paletnologia Italiana, la società Malacologia Italiana e diventare direttore del Museo di Storia Naturale di Parma.
La sua produzione scientifica conta più di 195 pubblicazioni in cinque lingue, di particolare importanza sono i suoi scritti sulle terramare e sulla malacologia. Nel 1892 è ancora rettore dell'Università di Parma ma tre anni dopo l'otto giugno 1895 muore a Traversetolo Parmense per sindrome cardiaca, lasciando un profondo vuoto tra i suoi colleghi e amici.
[a cura di M. Mineo]
James Cook (1728-1779)
James Cook (Marton, 27 ottobre 1728 – Hawaii, 14 febbraio 1779) è stato un esploratore, navigatore e cartografo britannico. Cook fu il primo a cartografare l'isola di Terranova, prima di imbarcarsi per tre viaggi nell'Oceano Pacifico nel corso dei quali realizzò il primo contatto europeo con le coste dell'Australia e le Hawaii oltre alla prima circumnavigazione ufficiale della Nuova Zelanda.
Combinando l’arte marinaresca e un grande talento cartografico, nelle sue ardite spedizioni raggiunse zone inesplorate e pericolose, e fu il primo a tracciare le mappe di diversi territori ancora non cartografati.
[a cura di wikipedia]
Rinaldo Rozzi (1917-1955)
“Sono nato a Bologna il 1° ottobre 1917 da Donato Rozzi abruzzese e Irma Malavasi emiliana, e me ne sono andato da questo mondo per uno scherzo del destino il 6 di luglio 1955. (…) scoprii la passione di una vita, leggendo dell’antico Abruzzo negli “Studi di preistoria e storia” di Concezio Rosa e avendo la fortuna che mio padre possedesse terreni sedi di antiche tribù neolitiche, anche se nessuno lo sapeva ancora. (…) mia moglie Hadrian de Hieronymis (…) fu mia compagna di vita e di scavi archeologici fino all’ultimo giorno ed ancora oggi mi ricorda con amore.” A Roma una strada è stata “intitolata al mio nome perché archeologo. Non fui mai archeologo professionista ma qualcuno ha voluto ugualmente riconoscere i miei meriti e così sono ricordato, vicino al Pallottino a Brunn e a tanti altri.” “Iniziai gli scavi al Pianaccio nella valle del Salinello nel 1944 cercando da subito contatti e collaborazione con le autorità competenti. Fu così che conobbi i Professori Umberto Calzoni e Pietro Barocelli del museo Pigorini di Roma …” (da http://www.rinaldorozzi.it/ a cura di Carlo Maria Rozzi de Hieronymis).
Guido Boggiani
Vittorio Bottego
Giuseppe Candeo
Gaetano Chierici
Charles R. Darwin
Romolo Gessi
Enrico H. Giglioli
Athanasius Kircher
Rodolfo Lanciani
Edmund Leach
Giovanni Miani
Luigi Pigorini
Concezio Rosa
Eugenio Ruspoli
Pellegrino Strobel
James Cook
Rinaldo Rozzi