Museo delle Civiltà
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Vengono presentate le sezioni relative al Neolitico, all’Eneolitico,
all’età del Bronzo e alla prima età del Ferro con un’ampia selezione di materiali archeologici – italiani ed europei – rappresentativi delle principali facies culturali e di diverse tematiche:
• dalla nascita dell’agricoltura,
• alla scoperta dei metalli,
• al sorgere di ceti dominanti, ecc.
Neolitico
Eneolitico
Età del Bronzo
Età del Ferro
I temi legati alla nuova realtà socioeconomica – i cui tratti più salienti possono essere riassunti nella stabilità degli insediamenti e nella produzione del cibo (agricoltura e allevamento) – vengono affrontati in vetrine monografiche. Un esempio sono quelle dedicate alla nascita di un villaggio – quello de “La Marmotta” nel lago di Bracciano (Anguillara, Roma. Per un maggior dettaglio vedi “Un tuffo nel passato”) – o alla circolazione dell’ossidiana e della pietra verde. La nuova tecnologia della levigatura è ben documentata dai ritrovamenti di Alba (Cuneo) e dagli eccezionali reperti, con immanicature originali in corno, dalle palafitte dei laghi svizzeri, mentre i culti in grotta collegabili all’acqua e quindi alla fertilità sono illustrati con i materiali di Monte Venere (Viterbo). Di particolare interesse la sepoltura di Grotta Patrizi, a testimonianza dell’esistenza di pratiche magico-terapeutiche. Alla fine del percorso un quadro sintetico illustra alcuni tra i materiali più tipici di varie fasi del Neolitico italiano.
I profondi cambiamenti che avvengono durante l’Eneolitico, archeologicamente rilevabili ad esempio nella lavorazione del rame e nella produzione di oggetti di particolare prestigio, fanno emergere per la prima volta figure di “guerrieri”, documentate in sepolture ad inumazione con corredi di armi – sia in pietra sia in metallo – di pregevole fattura: i corredi esposti sono riferibili ad alcune delle principali facies culturali italiane quali quelle di Rinaldone, Remedello e Gaudo.
L’interessante problematica relativa alla diffusione dello stile del Bicchiere Campaniforme è illustrata con due eccezionali rinvenimenti italiani: la sepoltura a fossa di S. Cristina (Brescia) e il deposito cultuale di Fosso Conicchio (Viterbo). Al centro della sala è stata ricostruita la famosa tomba detta “della vedova” di Ponte San Pietro (Viterbo), della cultura di Rinaldone.
Assistiamo al sorgere di grandi abitati e necropoli, una più differenziata distribuzione della ricchezza e l’intensificarsi delle produzioni artigianali in metallo: un excursus cronologico illustra le varie fasi del periodo. Ad esempio sono esposti reperti di Polada (Brescia) per l’antica età del Bronzo o materiali della Cultura “Appenninica” per la media età del Bronzo; gli splendidi reperti della Cultura Emiliana delle terramare ci introducono poi all’età del Bronzo recente, caratterizzata dal diffondersi del rito dell’incinerazione dei defunti.
Alle culture dell’età del Bronzo nel Mediterraneo è dedicata una sala a parte, con materiali relativi alle Civiltà Minoica e Micenea provenienti, in particolare, da Troia II-V, dalla necropoli di Yortan, da Festos, Haghia Triada, dalla necropoli di Rodi.
Dell’Europa è presentata una selezione di materiali ceramici, metallici e litici relativi ad alcune tra le più importanti culture dell’epoca (El Argar in Spagna, i Gruppi Pannonici in Ungheria, i Gruppi Palafitticoli Alpini e la Cultura di Lausitz in Germania).
Per l’età del Bronzo finale l’inizio del processo di formazione delle culture “regionali” è illustrato dai corredi protovillanoviani dei Monti della Tolfa (Roma), mentre vetrine di approfondimento presentano il fenomeno dei “ripostigli” e l’artigianato metallurgico.
Questo periodo, dove le diverse culture regionali italiane assumono una fisionomia peculiare, è sinteticamente illustrato dalla formazione della Cultura Etrusca, che possiamo seguire dal suo aspetto più antico – il Villanoviano, ben documentato dalle urne biconiche di Tarquinia (Roma) – fino all’Orientalizzante, con le bellissime ambre di Verrucchio (RN). Particolare attenzione è rivolta alla Cultura Laziale: i materiali relativi alle prime attestazioni sui Colli Albani, come le caratteristiche “urne a capanna” e i singolari vasetti miniaturistici.
Una sintetica rappresentazione conduce infine tra alcune delle principali culture dell’Italia protostorica: dagli Umbri, con la tipica “spada ad antenne”, si passa alla ricchezza della piana del Fucino, testimoniata dagli straordinari “dischi-corazza” di bronzo decorati a incisione; la Cultura Picena è documentata, fra l'altro, dalla famosa stele di Novilara (PS). Dall’area delle Culture delle Tombe a Fossa spiccano i segnacoli tombali di Monte Saraceno (FG); della Cultura Paleoveneta si possono ammirare gli splendidi recipienti di bronzo decorati a sbalzo e della Cultura di Golasecca i vasi decorati a stralucido. Eccezionali “bronzetti” e lunghe spade rituali introducono alla Cultura Nuragica. Infine una vetrina sui materiali siciliani.
La sezione continua con alcune vetrine che testimoniano la ricchezza legata alla navigazione lungo il Tevere. Di particolare interesse sono infine la piroga monossile rinvenuta vuota in una fossa nella necropoli del Caolino al Sasso di Furbara (Roma) – forse sepolta in memoria (cenotafio) di un uomo affogato – e la tomba ad inumazione di giovane donna della necropoli di Osteria dell’Osa (Roma), conservata con la sua terra originaria.
La preziosa “fibula prenestina” in oro – che reca sulla staffa una delle più antiche iscrizioni in lingua latina, una formula di dono con i nomi del donatore e del destinatario – chiude il percorso e rinvia ad epoca ormai pienamente storica.